sabato 11 febbraio 2023

Monte Moregallo

Sabato scorso l'appuntamento con la montagna è saltato, in compenso ci siamo lasciati coccolare dal mare siracusano, precisamente a Fontane Bianche. Giornate bellissime ci hanno convinto a trascorrere qualche ora in spiaggia con un panino preparato alla storica bottega lì vicino. Abbiamo fatto in tempo a ritornare a Monza il 7 febbraio, proprio il giorno prima che si scatenasse la tempesta Helios che ha investito la costa siracusana, causando, purtroppo, ingenti danni.

Oggi siamo un po' indecisi sull'escursione da fare, un po' fiacchi per via di un leggero raffreddore e mal di gola: camminata di un'ora o Monte Moregallo (1.276m)?

Alla fine ci lasciamo convincere per il secondo leggendo un blog trovato in internet.

Mal consigliati, parcheggiamo in un parcheggio di Valmadrera piuttosto lontano dall'inizio del cammino. Partiamo inconsapevoli di ciò che ci aspetta.

A poche centinaia di metri inizia la mulattiera che procede fino all'arrivo dell'inizio del sentiero. 

Il percorso che attraversa per gran parte il bosco, è esposto a sud ad eccezione di piccolissimi tratti in cui il sole si nasconde dietro spuntoni di rocce sparsi qui e là. 

La vegetazione è così abbondante perché si parte da ca. 200/300 metri di altitudine e si raggiungono i 1.200 metri in cima: gli alberi ci fanno compagnia per tutto il tempo.

Il sentiero comincia a farsi più scivoloso a causa delle lisce pietre coperte da numerose foglie secche.

A circa metà del percorso, dopo un piccolo insediamento storico, troviamo una piccola area picnic con una fontanella.

Abbiamo già camminato per un'ora e mezza e realizziamo che sarà più lunga e faticosa del previsto, al contrario di ciò che avevamo pensato.

Riprendiamo la marcia.

Trascorsi una quindicina di minuti il sentiero comincia ad inoltrarsi lungo il versante più roccioso ed esposto. Dalla valle viene su una leggera brezza calda. In alcuni punti si vede il Monte Barro nella sua interezza.


La salita si fa più dura, incrociamo una escursionista cui chiediamo quanto manchi, "alla Bocchetta mancano 30/40 minuti, poi altri 10 per la vetta" dice. "Perbacco!" ci diciamo, non pensavamo che la salita fosse così lunga e faticosa. Ma non demordiamo.


Arriviamo a Bocchetta Sambrosera (1.192m) con i morsi della fame che cominciano a farsi sentire.

Ma ormai manca davvero poco, saliamo lungo un sentiero pietoso e roccioso che presenta non poche difficoltà, a volte bisogna aiutarsi con le mani.

Finalmente in cima, ci rendiamo conto che siamo su un piccolo altipiano in cui pratoni e alberi (sul lato nord) si alternano con anche qualche chiazza di neve e poco ghiaccio.

Finalmente alla croce! Decidiamo di sistemarci nei pressi della madonnina. Qui ci cambiamo e divoriamo i nostri soliti snacks. 


La vista è bellissima si vede Lecco, i Piani d’Erna, il Resegone, il Barro e a destra il Monte Rai, San Primo e poi in fondo le Alpi innevate.


Due ore e quaranta di salita, non eravamo preparati ma ce la siamo cavata.