domenica 19 giugno 2022

Si torna in Grignetta

 La Grigna Meridionale con il famoso Bivacco Ferrario ci ha colpito così tanto da non riuscire a sopire il desiderio di tornar su rimanendo a dormire una notte.

Così alle torniamo su e alle 18.20 circa cominciamo la salita. Il caldo questa volta è contro di noi e fa accrescere la fatica. Non demordiamo e, dopo aver incontrato anche diversi stambecchi, siamo in cima.

Giusto in tempo per occupare gli ultimi due posti liberi nel bivacco. Dopo di noi, chi arriva prepara la tenda per dormire fuori. È giugno e fa caldo, fino a tarda notte sentiamo salire su escursionisti.

Non riusciamo a vedere il tramonto perché la stanchezza ci travolge.

Nel bivacco ci si sveglia presto, prima dell'alba. Giusto in tempo per ammirarla: meravigliosa.


sabato 28 maggio 2022

Monte San Primo

L'escursione di oggi è sul Monte San Primo. Abbiamo il desiderio di rivedere, in primavera, gli splendidi paesaggi visti in gennaio.

La giornata è splendida, parcheggiata l'auto decidiamo di percorrere l'anello in senso antiorario: salita dolce dunque, discesa più ripida.

Arrivati al pianoro si aprono due sentieri: il primo a destra percorre le creste, mentre quello a sinistra costeggia il monte sul lato sud. Il forte vento ci induce per il secondo percorso che domina sui monti che conosciamo. Da sinistra i Corni di Canzo, il Cornizzolo e il Bolettone.

In un'ora e un quarto siamo in cima. L'esplosione del verde primaverile ci riempie gli occhi e il cuore. 

Facciamo merenda e ripartiamo per il rientro. 

La fretta di questa mattina in partenza da casa ci ha fatto dimenticare qualche provvista, la prossima volta saremo più accorti. 


sabato 7 maggio 2022

Brunate

Oggi decidiamo di unirci a Silvia e Marco che hanno pianificato di fare un giro nei dintorni di Brunate. é una giornata "autunnale" anche se siamo ormai in primavera. La probabilità di pioggia è alta ma nonostante ciò proviamo ad andare.

Il percorso è lungo ma non particolarmente impegnativo, ci diciamo che se dovesse mettersi male torneremo indietro.

raggiungiamo dunque il campo sportivo di Brunate e, parcheggiata l'auto, indossiamo le scarpe e partiamo. Non portiamo i bastoncini perché pensiamo di non averne bisogno. mai decisione fu più sbagliata, ci sarebbero serviti eccome!

Percorriamo il sentiero che costeggia la montanga sul lato che da sul lago, pochi gli scorci panoramici, ma quando gli alberi si aprono il la vista è fantastica. Nonostante a giornata grigia, la visibilità rimane discreta. 

L'idea è di percorrere l'anello che passa da Montepiatto, Castel d'Ardona passando al rientro da Baita Carla.

A circa metà strada per Montepiatto saliamo al punto panoramico Pietra Nairola (bisogna salire di un centinaio di metri) per poi riprendere il cammino li dove lo avevamo lasciato.

Il sentiero attraversa antichi borghi in alcuni casi ancora abitati, ma raggiungibili solo a piedi o in moto, vediamo infatti alcune moto o muli meccanici parcheggiati nei giardini delle abitazioni.

Finalmente a Montepiatto raggiungiamo il piccolo borgo in cui le strade sono mulattiere ben tenute percorse dai quad che si vedono parcheggiati nei giardini delle abitazioni. Ci spingiamo fino alla Chiesa di Santa Elisabetta. Da qui si domina la parte centrale del ramo lago di Como.

Facciamo uno spuntino e ripartiamo in direzione Castel D'Ardona imboccando così la via del rientro.

Il sentiero adesso è un po' più alto di quello dell'andata ma il panorama rimane limitata dal bosco. 

Comincia a piovigginare costringendoci ad indossare i gusci impermeabili. 

Al rientro ci fermiamo a mangiare al Ristorante Capanna C.A.O. per rifocillarci dalla lunga camminata (12km).



sabato 30 aprile 2022

Grigna meridionale

Oggi, per via delle non buone previsioni atmosferiche, siamo indecisi su quale cima raggiungere. L'intenzione è andare sulla Grignetta partendo dai Piani dei Resinelli. Le previsioni meteorologiche danno addirittura neve! Tuttavia, lungo la strada la buona visibilità della Grignetta ci da fiducia. Consapevoli che la prudenza in montagna non è mai troppa, decidiamo di provare. Se si mette male giriamo sui tacchi e rientriamo.

Parcheggiamo l'auto vicino al Rifugio Soldanella e cominciamo la salita percorrendo il tratto di strada battuta che porta al Rifugio Carlo Porta. Da qui il sentiero procede nel bosco per una ventina di minuti.

Superato il bosco prendiamo il pietroso sentiero no. 7 che passa da Costa Cermenati. 

Il cielo è coperto, la cima è ben visibile ma lontana, ci chiediamo: saremo in grado di arrivare fino lassù? Diversamente dalle previsioni, il tempo regge, passo dopo passo, ostacolo dopo ostacolo arriviamo a Costa Cermenati e siamo gradevolmente sorpresi dalla visione di alcuni stambecchi.


Sembra una famigliola con mamma e cuccioli che vanno in giro tranquilli. Questa bella sorpresa ci da nuove energie per continuare nonostante il freddo si faccia sentire e minuscoli fiocchi di neve cominciano ad adornare le nostre teste.  La vetta è lì che ci aspetta, rallentiamo il passo fermandoci di tanto in tanto ad ammirare il bellissimo panorama e ci sorprendiamo, guardando indietro, di quanta strada abbiamo già fatto. In effetti, adesso ci separa dal traguardo solo il tratto più difficile, da fare anche usando le mani.



L'arrivo in vetta regala una emozione impareggiabile: c'è l'abbiamo fatta!! La "navicella", così era stato chiamato il bivacco Ferrario, è lì a non più di 20 metri da noi. La raggiungiamo, salutando i pochi altri escursionisti e la esploriamo con curiosità promettendoci che a breve l'escursione sarà notturna e che vi trascorreremo anche la notte.


La vista è mozzafiato, riconosciamo le vette che abbiamo esplorato in questi mesi. Passata l'euforia del traguardo raggiunto, troviamo un posto dove sederci e mangiare il nostro desiderato spuntino. La fame dopo questa fatica, forse la più grande tra quelle fatte, è tanta.

Non possiamo sostare troppo a lungo, il freddo ed il timore del maltempo ci fanno decidere di riprendere la via del ritorno.

È stata una esperienza tutt'altro che ordinaria, tanti traguardi raggiunti: la vetta a oltre 2.100 metri, il superamento del timore del maltempo, la consapevolezza che un passo dopo l'altro si possono raggiungere grandi risultati.


sabato 23 aprile 2022

Monte Barro 2022

A distanza di quasi 8 anni torniamo alla primissima passeggiata fatta in montagna.

Quella camminata ci aveva così tanto entusiasmato e fatto scoprire la bellezza del trekking a pochi passi da casa.

Oggi la scegliamo come meta, vista la giornata nuvolosa con previsione di precipitazioni: preferiamo restare in zona e concederci una meta breve e facile nel caso in cui le condizioni meteo diventino proibitive.

Si parte dal centro di Galbiate e, salendo fra ville e panorama, seguiamo le indicazioni per i sentieri che portano in vetta.


Percorriamo per un lungo tratto una mulattiera piastrellata fino ad un bivio che è indicato come sentiero alternativo alla vetta. Nonostante il cartello della chiusura del sentiero per la vetta decidiamo di tentare. Il sentiero, molto più naturale della mulattiera, è facile e ci offre un panorama delizioso sul lago di Garlate e sul Monte Moregallo.

Man mano che saliamo i tratti diventano un po più difficili, arriviamo al bivio che a sinistra porta alla vetta principale.

Salendo ci giriamo per  guardare il tragitto di strada percorso dietro di noi, ci riempie di meraviglia osservare il sentiero lungo la cresta che conduce ad un altra altura. Dalla nostra posizione sembra una linea che sinuosa segue il crinale del promontorio. A destra e sinistra strapiombi e laghi fanno da cornice a questa figura.

Di lì a breve siamo in cima, il tempo necessario per cambiare le magliette e respirare il panorama che ci affascina nonostante sia avviluppato in soffici nuvole grigioline.

Ad un tratto la luce sembra diminuire e sentiamo qualche goccia di pioggia.

Pronti per la discesa, che si presenta sfidante per le numerose rocce liscie rese ancora più scivolose dalla pioggia. Passiamo attraverso l'eremo e dopo poco ritroviamo il bivio di metà percorso.

Da lì a poche decine di minuti raggiungiamo l'auto, contenti di questa passeggiata.

sabato 16 aprile 2022

Monte Due Mani

Oggi decidiamo di ritornare su Monte Due Mani. Lo scorso 5 Marzo avevamo già tentato la salita, purtroppo però ci aveva colto di sorpresa la neve. Questa volta invece  a giornata è tutt'altro che è coperta: è una bellissima giornata primaverile.

Superata la mulattiera, a ca. 40 minuti di cammino, comincia il sentiero vero e proprio. È immerso nel bosco e abbastanza monotono. A circa 50 minuti di cammino il sentiero si apre su un avvallamento dove troviamo una fontana.


Ci rinfreschiamo e ripartiamo. Superato l'Alpeggio la Foppa riprendiamo il sentiero nel punto in cui la neve ci aveva costretti al rientro la volta scorsa.

Ci muoviamo tra fitta vegetazione e aperture fino a quando non vediamo finalmente lo Zucco di Desio che preannuncia l'arrivo alla meta. Già da qui si domina tutta Lecco ed anche il lato orientale del Monte. Adesso il sentiero è adrenalinico, dallo Zucco di Desio alla nostra meta si percorre la cresta del monte. Il vento è freddo, sentiamo la necessità di coprirci ma decidiamo di proseguire fino alla meta e fermarci per il cambio e i ristori. 

Qui troviamo moltissimi escursionisti tra cui alcuni piuttosto simpatici con i quali ci intratteniamo un po'. Il bivacco è ben tenuto, entrando fantastichiamo su quando trascorreremo la nostra prima notte qui. Gli oltre 1.600 metri di altezza si percepiscono tutti dallo splendido panorama che abbiamo davanti a noi.

Per la discesa decidiamo di cambiare percorso e tornare dal ben più ripido sentiero che dà ad est del bivacco.

domenica 27 marzo 2022

Pizzo d'Erna 2!

A distanza di due settimane, dopo una breve pausa per motivi di quarantena, ritorniamo ai Piani d’Erna.

Confermiamo che a noi piace andare a camminare il sabato, la domenica è troppo affollato e si rischia di non godere la pace del contatto con la natura. Per questa volta deroghiamo e ci godiamo lo stesso la giornata, decisamente più calda e soleggiata della precedente.

Questa volta il cielo terso, ci permette di godere a pieno della maestosità del Resegone.

Il percorso è stato come quello della volta scorsa, uniche varianti sono state, in salita imboccare il Sentiero dei Gufi che rimane più morbido e breve del sentiero tradizionale; in discesa, dopo il rifugio Stoppani, imbocchiamo un sentiero che taglia dentro senza passare per Frazione Costa, risparmiando 300mt di cammino.



domenica 13 marzo 2022

Pizzo d'Erna

Ecco il sentiero che porta dalla funivia al Pizzo d'Erna. Bellissimo percorso con anche passaggi panoramici.

Dal parcheggio della funivia il sentiero inizia con una breve discesa per immettersi in una strada asfaltata che si percorre per qualche centinaio di metri. Poco più avanti, sulla sinistra comincia la mulattiera che conduce fino a località Costa. Il sentiero attraversa il piccolo complesso per prendere la direzione del rifugio Stoppani.  

Quasi a metà strada per lo Stoppani, c'è la possibilità di prendere il sentiero dei gufi, caratterizzato da gufetti dipinti su pietra disposti lungo la via. Subito dopo località Costa non si può fare a meno di notare la Cappella votiva Madonna del Resegone.
Superato il rifugio, fin qui abbiamo percorso 2,5km ca., si comincia a salire sul serio, la pendenza in alcuni punti è importante, ma non impossibile. 


Lungo il sentiero si aprono anche bei panorami sulla valle e scorci su Lecco e il lago. Percorsi 3km di sentiero si arriva ad Erna nei pressi del bar Milani. Da li si può prosegure verso il famoso punto panoramico del Pizzo d'Erna.

Tip: per coloro che, una volta in cima, si sentono particolarmente stanchi, è sempre possibile prendere la funivia che riporta al parcheggio (negli orari di servizio). Esperienza altrettanto adrenalitica per via della forte pendenza e del salto di quota.

sabato 5 marzo 2022

Monte due Mani

La tappa di oggi è una sfida... ridimensionata. In origine il giro si sarebbe snodato ad anello da Moggio passando per Culmine San Pietro fino a Monte due Mani per poi concludere il giro Moggio. 

Si uniscono anche Silvia e Marco e insieme decidiamo di ridurre la passeggiata e posticipare questo programma.

A Moggio c'è un po di nevischio, non è un buon segno. Le previsioni davano nuvoloso, chissà cosa ci attende in cima visto che il percorso è esposto prevalentemente a nord. 

Il sentiero sale dolce e tranquillo, lo spazio è ampio a tratti tra alberi, a tratti aperto. Giungiamo al pianoro di Foppa e qui la neve aumenta. Occorre prestare attenzione perché alcuno tratti sono ghiacciati e noi non abbiamo portato I ramponcini.

Superato questo primo ostacolo continuiamo a salire per lo Zucco di Desio ma la neve aumenta e iniziamo a sprofondare.

Purtroppo l'attrezzatura non è adeguata e a malincuore decidiamo di interrompere la salita e di tornare indietro in paese a gustare una buona tazza di tè fumante.

Questa interruzione ci delude e la avvertiamo nel corpo che percepisce un movimento e uno sforzo più ridotti rispetto alle altre volte.

Siamo rimasti con il desiderio di camminare e con il senso di tanta energia non utilizzata.

Al parcheggio un cartello con i sentieri ci spiega i tanti percorsi possibili nella zona.

Monte due Mani non è finita qui! Questo è solo un arrivederci 😉

sabato 26 febbraio 2022

Monte Coltignone da Laorca

26 febbraio, altro sabato soleggiato. Partiamo alla volta di Laorca, tentando la salita al Coltignone attraverso la valle Calolden.

Prendiamo la mulattiera che costeggia alcune case sparute. Un gruppo di cani abbaia alla nostra partenza, il rumore rieccheggia per tutta la valle e prosegue finché ci perdono di vista.

Il sentiero è in ombra, abbastanza sdrucciolevole, sale con una pendenza sostenuta. La valle è molto silenziosa e poco frequentata, raramente si incontra qualcuno.

Man mano che saliamo iniziamo a scorgere la vetta e le prime sparse abitazioni nella frazione di Pian dei Resinelli.

L'ultimo tratto prima di arrivare al rifugio Sel Locatelli. Il grattacielo di fronte al rifugio stona con le abitazioni in stile montanaro che circondano il pianoro.

Costeggiando a sinistra il grattacielo, seguiamo le indicazioni per il parco Valentino, all'interno dell'area recintata seguiamo le indicazioni per la vetta. Se guardiamo alle nostre spalle si erge maestosa la Grigna. 

Ancora un po di salita e finalmente il sentiero si apre sul lago di Lecco. Il culmine della sorpresa arriva dal belvedere sul balcone a strapiombo sul lago. Di fronte a noi il Monte Barro, si intravede anche Monte Cornizzolo e Monte RAI. A sinistra il versante occidentale del Resegone e ben visibili i Piani D'erna. 


La giornata è limpida e soleggiata, in lontananza si scorge il Monte Rosà e l'Appennino. È una vista meravigliosa!

Cerchiamo un posto tranquillo per pranzare e riposarci, questa volta la nostra escursione è stata lunga e impegnativa. 

Dopo esserci ricaricati di energia siamo pronti per la discesa. Decidiamo di seguire lo stesso percorso dell'andata perché il giro ad anello sarebbe più lungo e non vogliamo fare troppo tardi.

Dopo alcuni chilometri di marcia la valle si fa meno luminosa, scendiamo di quota in questa ennesima escursione nella natura. Ecco gli ululati di quel gruppo di simpatici cani che iniziando a percepire i nostri passi, accoglie il nostro arrivo. È il segnale che manca veramente poco a Laorca.



sabato 19 febbraio 2022

Ai Corni di Canzo

Da fonte Gajum ai corni di Canzo passando per il rifugio terz’Alpe. 

Ennesimo sabato di bel tempo, temperatura ideale, decidiamo di arrivare fino al rifugio SEV. Partiamo dal parcheggio del paese, salendo notiamo che le varie casette hanno delle sculture in legno che raffigurano le creature del bosco. C’è molta cura in queste sculture, ci danno l’idea di una tradizione che ha radici antiche e che si mantiene fino ad oggi.

Il primo tratto di strada è ampio e quasi pianeggiante, affianca il torrente Gajum, dopo poco il percorso sale lungo il sentiero geologico, abbastanza semplice ma scosceso in alcuni punti in cui occorre prestare attenzione. Fino al rifugio terz’Alpe il sentiero si svolge essenzialmente in ombra, da qui invece prosegue in salita esposto al sole fino al pianoro da cui si può prendere il sentiero per il SEV.

 

Arrivati al pianoro si apre la splendida vista sul lago e sulle cime. Alziamo lo sguardo sul Corno e ci accorgiamo che mancherebbe solo un pezzetto per godere di una vista migliore, decidiamo così di sfidare l’ultimo pezzo per la cima del Corno Occidentale, una prova di coraggio per noi che finora abbiamo camminato in sentieri tranquilli e poco esposti.

Dalla cima godiamo della pace e del silenzio, tra le poche nuvole fanno capolino il monte Cornizzolo e le Grigne. Consumiamo il nostro pasto, siamo soddisfatti di avere raccolto l’ennesima sfida e avere messo alla prova le nostre abilità fisiche. Pian piano ci sentiamo sempre più sicuri e percepiamo l’allenamento che, di settimana in settimana, ci fa prendere sempre maggiore resistenza.

Al ritorno la discesa è tranquilla eccetto per alcuni punti in cui occorre fare attenzione per i sassi lisci e poco adesi al terreno. Facciamo sosta all’Albergo Sorgente per un pezzo di pane e salame, il sapore del salato è una meraviglia dopo lo sforzo di oggi.

RIFLETTIAMO: abbigliamento e comodità. La nostra prima uscita è stata veramente improvvisata nell’abbigliamento. Camicia, maglioni troppo pesanti e pantaloni da neve ci hanno dato scomodità e fatto capire che in montagna la fatica può essere data anche dall’abbigliamento sbagliato. Inoltre, abbiamo imparato che non c’è bisogno di coprirsi troppo visto che camminando il corpo si scalda facilmente e tanto, per cui in tutte le tappe abbiamo raggiunto la vetta sempre in maniche corte nonostante le temperature vicino allo zero.

Abbiamo quindi definito come deve essere un buon equipaggiamento. Intanto occorre vestirsi con i famosi “strati”: una maglietta tecnica a maniche corte, un pile tecnico, un piumino leggero (che ci scaldi soprattutto quando ci fermiamo in cima) e un guscio antivento sono i 4 ingredienti magici. Meglio partire sentendo un po’ più di freddo (in genere senza il piumino) visto che dopo pochi passi la temperatura corporea inizia a salire. Le gambe saranno protette da un pantalone da trekking leggero ma con una imbottitura in pile fino alle ginocchia, calzettoni di cotone pesante e comode scarpe impermeabili. Nello zaino è di rigore un cambio (una o più magliette mezza manica e una manica lunga o un pile leggero), per sostituire le magliette sudate una volta in cima, sia avere calze nel caso di un inatteso bagno nel torrente :).



sabato 12 febbraio 2022

Sentiero del fiume per l’Alpe Era

Altra gita in compagnia, Silvia e Marco organizzano questa camminata con difficoltà EE e noi ci uniamo. Partenza da Lierna, il sentiero risale lungo il Torrente Meria che forma alcune pozze suggestive.


Gli scorci del sentiero sono molto particolari, angoli di paradiso scanditi dallo scorrere dell’acqua che è sempre dolce e non impetuosa.

 In alcuni punti è necessario reggersi alle catene, saliamo facendo il percorso a zig-zag e in circa un’ora e mezza siamo all’Alpe Era. La chiesetta e poche baite di montagna danno vita a un paesaggio meraviglioso, immerso nella quiete.

Ci fermiamo per rifocillarci, e poco dopo riprendiamo il nostro cammino sul percorso ad anello. Il sentiero è da preferire in discesa poiché è meno impervio del precedente e si apre a vista spettacolare sulla Grignetta. 

Da qui partono i sentieri per il bivacco Ferrario e per il Rigugio Brioschi, altre mete che segniamo da fare più avanti con il dovuto allenamento e la bella stagione.


Scendendo incrociamo il santuario di Santa Maria dell’Olcio e il suo piccolo convento che si apre sul panorama del lago e di Lecco. La discesa è decisamente più dolce e facile. Ritorniamo a Lierna e si rientra a casa.

sabato 5 febbraio 2022

Da Erve a Capanna Alpinisti Monzesi (e una capatina al Passo del Fò)

Questa volta ospitiamo Silvia e Sergio, amici amanti della natura, del trekking e della buona cucina! Si parte presto direzione Erve, la giornata non sembra limpidissima, ma noi non demordiamo. La strada per Erve è scavata nella roccia, quasi sospesa sullo strapiombo della valle.
Entriamo in paese, lo percorriamo tutto e posteggiamo l’auto proprio poco prima dell’inizio del sentiero. Da lì iniziamo il percorso, una bella salita ripida poco dopo, ma è abbastanza breve. Il sentiero si snoda lungo il torrente Gallavesa che in alcuni punti forma delle pozze che rendono famosa Erve, dove soprattutto d’estate si può trovare refrigerio.

Arrivati all’agriturismo Due Camosci, proseguiamo dritto per la sorgente San Carlo e da lì seguiamo le direzioni per la Capanna. Un’altra alternativa è il sentiero verso Pra di Rat che è più veloce ma più impegnativo…rimandiamo ad un’altra volta questo percorso :). In circa un’ora e 45 minuti siamo al rifugio. Il percorso in Valle non è molto soleggiato, si snoda essenzialmente nel bosco. Dal rifugio si può ammirare la parte del Resegone meta ambita di tanti arrampicatori. Se alzi la testa di certo troverai quella che da quaggiù sembra una formichina che pian paino raggiunge la vetta.

Non soddisfatti dell’impresa, visto che il sentiero interno ci ha lasciato insoddisfatti, decidamo di puntare fino al passo del Fò da cui, finalmente anche la nostra voglia di panorama viene saziata. Da qui si distinguono chiaramente piani d’Erna, alcune case e ovviamente uno scorcio di vista sul lago e su Lecco. 

Tornati al rifugio, ci godiamo il nostro pranzo outdoor, salsicce e polenta fumante. Poi aver un po’ riposato godendo della carezza del sole, ci rimettiamo in cammino. Dopo circa un’ora e mezza siamo in dirittura Agriturismo 2 Camosci, un ultimo sguardo ai monti, poi ce li lasciamo alle spalle. In valle la luce del pomeriggio inizia ad essere più tenue ma il rumore del torrente ci fa compagnia fino a che siamo in auto