sabato 29 gennaio 2022

Monte Cornizzolo

Nuovo sabato soleggiato, nuova occasione per respirare aria pulita. Oggi decidiamo di raggiungere il Cornizzolo, stavolta fino in cima. Partenza e arrivo da Trattoria Brianzola.

Questa passeggiata, che può essere fatta per 5 km sulla strada asfaltata, non è nuova per noi. Più volte ci siamo stati con i nostri figli, ma la pigrizia adolescenziale che ti coglie proprio quando sei in gita con mamma e papà, ci ha sempre fatto desistere dal salire fino in cima.

Stavolta è vietato stare sull’asfalto! Decidiamo di seguire tutti i sentieri, di tagliare per i boschi, la cui pendenza non è eccessiva eccetto che per alcuni tratti. Circa a metà percorso si apre la vista sui laghetti brianzoli e salendo ancora il panorama si fa ancora più ampio arrivati al campo di volo stazione di partenza del parapendio.


Prima di arrivare al pianoro da cui si apre la vista sulle cime, c’è una salita più ripida. Da qui per i più allenati, si può prendere il sentiero che va diretto alla cima, questa volta desistiamo, ma contiamo di ritornarci presto. Dal pianoro il sentiero per la cima è piuttosto ripido ma non impossibile. Arrivati su si gode di un panorama meraviglioso. Di fronte si vede Lecco e Merate, a sinistra le cime più note, a destra ancora i laghi brianzoli.

Ci rifocilliamo con il nostro brunch. Abbiamo sperimentato che per non appensantirci troppo, avere la giusta dose di energia per affrontare la discesa ma ancora agili, cioccolato fondente, frutta secca, un frutto e qualche grissino sono la giusta soluzione.


Ricaricati, asciutti e soddisfatti per il panorama riprendiamo la strada del ritorno, sosta a Trattoria Brianzola per metterci in auto e dopo poco a casa.

RIFLETTIAMO: Oggi riflettiamo su movimento, energia e cibo. Ci siamo accorti che la nostra colazione del mattino prima della partenza, magari un po’ più sostanziosa degli altri giorni, ci fornisce la giusta carica per resistere per più di due ore di cammino. Dopo il corpo chiama una nuova energia, che sia subito disponibile ma anche duratura. Lo sforzo fatto, e quello un po’ più tranquillo che ancora dovrà svolgersi in discesa, non richiedono un appesantimento: il sangue deve essere disponibile per i muscoli e per il cuore e una lunga digestione concentrerebbe lì tutto il sangue limitando il corpo nel compiere grandi sforzi. E come in un circolo vizioso, sotto sforzo creiamo uno stress che va a bloccare un po’ la digestione e quindi potenzialmente porta a star male. Alimenti leggeri, energici che danno un senso di carica a lungo temine, sono i più adatti. Chissà però qualche volta ci concederemo un fumante piatto di pizzoccheri…magari più avanti quando durante un pernotto in quota … 



sabato 22 gennaio 2022

Alba al Monte Bolettone

Un sabato della seconda metà di gennaio è perfetto per un’escursione all’alba. A noi piace partire con calma, alzarci senza troppa fretta, consumare la nostra solita colazione e partire quando ci sentiamo pronti, senza pressioni. Ma per una volta ci si può dare appuntamento un po’ prima, quindi decidiamo di accogliere la proposta di Fabio e Lia…ma per vedere l’alba occorre partire almeno alle 5.30! dopo una piccola titubanza sull’opportunità di questa levataccia, a cui decidono di unirsi anche Silvia e Marco, la compagnia è buona e il ricordo dello scorso sabato ci è di sprone! Dunque si parte!


A Monza lasciamo la nebbia ma salendo in Brianza l’aria si fa tersa e secca. Arriviamo all’Alpe dei Vicerè e da lì iniziamo il nostro cammino. La temperatura è bassa, siamo intorno ai -8°, abbiamo le torce in testa, bastoncini, e voglia di muoversi per non sentire freddo. Per fortuna non c’è neve né ghiaccio. Dopo una ventina di minuti il sentiero diventa un po’ panoramico, scorgiamo le luci della Brianza che ancora sonnecchia. Di lì a poco all’orizzonte comincia il chiarore dell’alba e noi continuiamo a salire.


Adesso è chiaro abbastanza e dalla nostra posizione vediamo nettamente il sole che inizia a fare capolino. Sono le 8, arriviamo al culmine del Monte, ormai il sole è ben visibile e accarezza dolcemente tutto il panorama che si presenta ai nostri occhi. Ci fermiamo in silenzio a contemplare. C’è vento, fermi si sente freddo, così cerchiamo un posto più riparato dove consumare la nostra colazione ancora calda.


La discesa del giro ad anello 



si snoda fra sentieri variabili, a tratti nel bosco a tatti scoperti, è dolce e silenziosa, e il sole è adesso abbastanza caldo. Intorno alle 11 ci ritroviamo al punto di partenza. Il parcheggio, deserto al nostro arrivo è adesso pieno di auto e di gitanti lì a godere la giornata. Il tempo di una fetta di crostata alla “Nuova Locanda dei Vicerè” e poi in auto, sorpresi dal regalo avuto da quella che sembrava un’impresa impossibile.


sabato 15 gennaio 2022

Monte San Primo

Il 15 gennaio è il giorno della nostra prima uscita, l’inizio del nostro percorso. La motivazione è quella di trascorrere una giornata all’aria aperta in un momento di fatica, approfittando della generosità di un gennaio straordinariamente assolato e limpido. Abbiamo poi scoperto gli altri ingredienti che compongono questo nostro desiderio: la voglia di fare esercizio fisico, la voglia di libertà e di stare a contatto con la natura, il desiderio di godere della bellezza lontani dai contesti urbanizzati.

Il movimento nel contatto con la natura ci ha regalato pace e distensione. Sentire il proprio corpo in movimento, avere fiducia nelle sue capacità e nella sua forza, è stata una sorpresa. In questi due anni di pandemia abbiamo come un po’ perso questa fiducia: abbiamo più la percezione che i nostri corpi siano oggetti e non un “noi” incarnato. Troppo a lungo i nostri corpi sono stati segregati e guardati con sospetto, come macchine imperfette che non possono reggere alla malattia, probabili veicoli di morte e non di vita.

E così, un po’ improvvisati nell’abbigliamento e con qualche sommaria indicazione di amici, ci siamo avventurati in questa prima tappa. La scelta di una meta unica si è rivelata in tutta la sua meraviglia man mano che saliamo e raggiungiamo la vetta. La salita a Monte San Primo dal rifugio Martina, pur difficile per la sua pendenza, si sviluppa in un punto in cui, una volta superato il bosco, guardandoti alla spalle scorgi il lago di Como in tutta la sua meraviglia. 

Dalla vetta, in religioso silenzio, abbiamo potuto ammirare i due rami del lago, la pianura padana e i laghi. Una volta imboccato il sentiero che prosegue per l’anello, con una pendenza decisamente più dolce e meno sdrucciolevole, sulla via del ritorno ci hanno fatto compagnia, maestosi e imponenti nella loro bellezza il gruppo delle Grigne, il Resegone e i Corni di Canzo.

È stata una giornata di pienezza, di una meraviglia vissuta e scoperta che era più di quello che ci saremmo aspettati. La natura che con la sua imponenza riesce a relativizzare tutto e che ci rimette nel mondo al nostro posto di esseri umani.

Così questo appuntamento è diventato un appuntamento settimanale, in due o in gruppo, un momento in cui ricaricarsi, in cui parlare degli avvenimenti della settimana e del periodo storico, in cui lasciarsi andare ai pensieri, alle sensazioni, scoprire e ascoltare il nostro corpo nei suoi bisogni (di fame, di calore, di movimento, ecc) e nei sentimenti di amicizia, vicinanza e affetto per i compagni di viaggio.