sabato 26 febbraio 2022

Monte Coltignone da Laorca

26 febbraio, altro sabato soleggiato. Partiamo alla volta di Laorca, tentando la salita al Coltignone attraverso la valle Calolden.

Prendiamo la mulattiera che costeggia alcune case sparute. Un gruppo di cani abbaia alla nostra partenza, il rumore rieccheggia per tutta la valle e prosegue finché ci perdono di vista.

Il sentiero è in ombra, abbastanza sdrucciolevole, sale con una pendenza sostenuta. La valle è molto silenziosa e poco frequentata, raramente si incontra qualcuno.

Man mano che saliamo iniziamo a scorgere la vetta e le prime sparse abitazioni nella frazione di Pian dei Resinelli.

L'ultimo tratto prima di arrivare al rifugio Sel Locatelli. Il grattacielo di fronte al rifugio stona con le abitazioni in stile montanaro che circondano il pianoro.

Costeggiando a sinistra il grattacielo, seguiamo le indicazioni per il parco Valentino, all'interno dell'area recintata seguiamo le indicazioni per la vetta. Se guardiamo alle nostre spalle si erge maestosa la Grigna. 

Ancora un po di salita e finalmente il sentiero si apre sul lago di Lecco. Il culmine della sorpresa arriva dal belvedere sul balcone a strapiombo sul lago. Di fronte a noi il Monte Barro, si intravede anche Monte Cornizzolo e Monte RAI. A sinistra il versante occidentale del Resegone e ben visibili i Piani D'erna. 


La giornata è limpida e soleggiata, in lontananza si scorge il Monte Rosà e l'Appennino. È una vista meravigliosa!

Cerchiamo un posto tranquillo per pranzare e riposarci, questa volta la nostra escursione è stata lunga e impegnativa. 

Dopo esserci ricaricati di energia siamo pronti per la discesa. Decidiamo di seguire lo stesso percorso dell'andata perché il giro ad anello sarebbe più lungo e non vogliamo fare troppo tardi.

Dopo alcuni chilometri di marcia la valle si fa meno luminosa, scendiamo di quota in questa ennesima escursione nella natura. Ecco gli ululati di quel gruppo di simpatici cani che iniziando a percepire i nostri passi, accoglie il nostro arrivo. È il segnale che manca veramente poco a Laorca.



sabato 19 febbraio 2022

Ai Corni di Canzo

Da fonte Gajum ai corni di Canzo passando per il rifugio terz’Alpe. 

Ennesimo sabato di bel tempo, temperatura ideale, decidiamo di arrivare fino al rifugio SEV. Partiamo dal parcheggio del paese, salendo notiamo che le varie casette hanno delle sculture in legno che raffigurano le creature del bosco. C’è molta cura in queste sculture, ci danno l’idea di una tradizione che ha radici antiche e che si mantiene fino ad oggi.

Il primo tratto di strada è ampio e quasi pianeggiante, affianca il torrente Gajum, dopo poco il percorso sale lungo il sentiero geologico, abbastanza semplice ma scosceso in alcuni punti in cui occorre prestare attenzione. Fino al rifugio terz’Alpe il sentiero si svolge essenzialmente in ombra, da qui invece prosegue in salita esposto al sole fino al pianoro da cui si può prendere il sentiero per il SEV.

 

Arrivati al pianoro si apre la splendida vista sul lago e sulle cime. Alziamo lo sguardo sul Corno e ci accorgiamo che mancherebbe solo un pezzetto per godere di una vista migliore, decidiamo così di sfidare l’ultimo pezzo per la cima del Corno Occidentale, una prova di coraggio per noi che finora abbiamo camminato in sentieri tranquilli e poco esposti.

Dalla cima godiamo della pace e del silenzio, tra le poche nuvole fanno capolino il monte Cornizzolo e le Grigne. Consumiamo il nostro pasto, siamo soddisfatti di avere raccolto l’ennesima sfida e avere messo alla prova le nostre abilità fisiche. Pian piano ci sentiamo sempre più sicuri e percepiamo l’allenamento che, di settimana in settimana, ci fa prendere sempre maggiore resistenza.

Al ritorno la discesa è tranquilla eccetto per alcuni punti in cui occorre fare attenzione per i sassi lisci e poco adesi al terreno. Facciamo sosta all’Albergo Sorgente per un pezzo di pane e salame, il sapore del salato è una meraviglia dopo lo sforzo di oggi.

RIFLETTIAMO: abbigliamento e comodità. La nostra prima uscita è stata veramente improvvisata nell’abbigliamento. Camicia, maglioni troppo pesanti e pantaloni da neve ci hanno dato scomodità e fatto capire che in montagna la fatica può essere data anche dall’abbigliamento sbagliato. Inoltre, abbiamo imparato che non c’è bisogno di coprirsi troppo visto che camminando il corpo si scalda facilmente e tanto, per cui in tutte le tappe abbiamo raggiunto la vetta sempre in maniche corte nonostante le temperature vicino allo zero.

Abbiamo quindi definito come deve essere un buon equipaggiamento. Intanto occorre vestirsi con i famosi “strati”: una maglietta tecnica a maniche corte, un pile tecnico, un piumino leggero (che ci scaldi soprattutto quando ci fermiamo in cima) e un guscio antivento sono i 4 ingredienti magici. Meglio partire sentendo un po’ più di freddo (in genere senza il piumino) visto che dopo pochi passi la temperatura corporea inizia a salire. Le gambe saranno protette da un pantalone da trekking leggero ma con una imbottitura in pile fino alle ginocchia, calzettoni di cotone pesante e comode scarpe impermeabili. Nello zaino è di rigore un cambio (una o più magliette mezza manica e una manica lunga o un pile leggero), per sostituire le magliette sudate una volta in cima, sia avere calze nel caso di un inatteso bagno nel torrente :).



sabato 12 febbraio 2022

Sentiero del fiume per l’Alpe Era

Altra gita in compagnia, Silvia e Marco organizzano questa camminata con difficoltà EE e noi ci uniamo. Partenza da Lierna, il sentiero risale lungo il Torrente Meria che forma alcune pozze suggestive.


Gli scorci del sentiero sono molto particolari, angoli di paradiso scanditi dallo scorrere dell’acqua che è sempre dolce e non impetuosa.

 In alcuni punti è necessario reggersi alle catene, saliamo facendo il percorso a zig-zag e in circa un’ora e mezza siamo all’Alpe Era. La chiesetta e poche baite di montagna danno vita a un paesaggio meraviglioso, immerso nella quiete.

Ci fermiamo per rifocillarci, e poco dopo riprendiamo il nostro cammino sul percorso ad anello. Il sentiero è da preferire in discesa poiché è meno impervio del precedente e si apre a vista spettacolare sulla Grignetta. 

Da qui partono i sentieri per il bivacco Ferrario e per il Rigugio Brioschi, altre mete che segniamo da fare più avanti con il dovuto allenamento e la bella stagione.


Scendendo incrociamo il santuario di Santa Maria dell’Olcio e il suo piccolo convento che si apre sul panorama del lago e di Lecco. La discesa è decisamente più dolce e facile. Ritorniamo a Lierna e si rientra a casa.

sabato 5 febbraio 2022

Da Erve a Capanna Alpinisti Monzesi (e una capatina al Passo del Fò)

Questa volta ospitiamo Silvia e Sergio, amici amanti della natura, del trekking e della buona cucina! Si parte presto direzione Erve, la giornata non sembra limpidissima, ma noi non demordiamo. La strada per Erve è scavata nella roccia, quasi sospesa sullo strapiombo della valle.
Entriamo in paese, lo percorriamo tutto e posteggiamo l’auto proprio poco prima dell’inizio del sentiero. Da lì iniziamo il percorso, una bella salita ripida poco dopo, ma è abbastanza breve. Il sentiero si snoda lungo il torrente Gallavesa che in alcuni punti forma delle pozze che rendono famosa Erve, dove soprattutto d’estate si può trovare refrigerio.

Arrivati all’agriturismo Due Camosci, proseguiamo dritto per la sorgente San Carlo e da lì seguiamo le direzioni per la Capanna. Un’altra alternativa è il sentiero verso Pra di Rat che è più veloce ma più impegnativo…rimandiamo ad un’altra volta questo percorso :). In circa un’ora e 45 minuti siamo al rifugio. Il percorso in Valle non è molto soleggiato, si snoda essenzialmente nel bosco. Dal rifugio si può ammirare la parte del Resegone meta ambita di tanti arrampicatori. Se alzi la testa di certo troverai quella che da quaggiù sembra una formichina che pian paino raggiunge la vetta.

Non soddisfatti dell’impresa, visto che il sentiero interno ci ha lasciato insoddisfatti, decidamo di puntare fino al passo del Fò da cui, finalmente anche la nostra voglia di panorama viene saziata. Da qui si distinguono chiaramente piani d’Erna, alcune case e ovviamente uno scorcio di vista sul lago e su Lecco. 

Tornati al rifugio, ci godiamo il nostro pranzo outdoor, salsicce e polenta fumante. Poi aver un po’ riposato godendo della carezza del sole, ci rimettiamo in cammino. Dopo circa un’ora e mezza siamo in dirittura Agriturismo 2 Camosci, un ultimo sguardo ai monti, poi ce li lasciamo alle spalle. In valle la luce del pomeriggio inizia ad essere più tenue ma il rumore del torrente ci fa compagnia fino a che siamo in auto