sabato 15 gennaio 2022

Monte San Primo

Il 15 gennaio è il giorno della nostra prima uscita, l’inizio del nostro percorso. La motivazione è quella di trascorrere una giornata all’aria aperta in un momento di fatica, approfittando della generosità di un gennaio straordinariamente assolato e limpido. Abbiamo poi scoperto gli altri ingredienti che compongono questo nostro desiderio: la voglia di fare esercizio fisico, la voglia di libertà e di stare a contatto con la natura, il desiderio di godere della bellezza lontani dai contesti urbanizzati.

Il movimento nel contatto con la natura ci ha regalato pace e distensione. Sentire il proprio corpo in movimento, avere fiducia nelle sue capacità e nella sua forza, è stata una sorpresa. In questi due anni di pandemia abbiamo come un po’ perso questa fiducia: abbiamo più la percezione che i nostri corpi siano oggetti e non un “noi” incarnato. Troppo a lungo i nostri corpi sono stati segregati e guardati con sospetto, come macchine imperfette che non possono reggere alla malattia, probabili veicoli di morte e non di vita.

E così, un po’ improvvisati nell’abbigliamento e con qualche sommaria indicazione di amici, ci siamo avventurati in questa prima tappa. La scelta di una meta unica si è rivelata in tutta la sua meraviglia man mano che saliamo e raggiungiamo la vetta. La salita a Monte San Primo dal rifugio Martina, pur difficile per la sua pendenza, si sviluppa in un punto in cui, una volta superato il bosco, guardandoti alla spalle scorgi il lago di Como in tutta la sua meraviglia. 

Dalla vetta, in religioso silenzio, abbiamo potuto ammirare i due rami del lago, la pianura padana e i laghi. Una volta imboccato il sentiero che prosegue per l’anello, con una pendenza decisamente più dolce e meno sdrucciolevole, sulla via del ritorno ci hanno fatto compagnia, maestosi e imponenti nella loro bellezza il gruppo delle Grigne, il Resegone e i Corni di Canzo.

È stata una giornata di pienezza, di una meraviglia vissuta e scoperta che era più di quello che ci saremmo aspettati. La natura che con la sua imponenza riesce a relativizzare tutto e che ci rimette nel mondo al nostro posto di esseri umani.

Così questo appuntamento è diventato un appuntamento settimanale, in due o in gruppo, un momento in cui ricaricarsi, in cui parlare degli avvenimenti della settimana e del periodo storico, in cui lasciarsi andare ai pensieri, alle sensazioni, scoprire e ascoltare il nostro corpo nei suoi bisogni (di fame, di calore, di movimento, ecc) e nei sentimenti di amicizia, vicinanza e affetto per i compagni di viaggio.



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